Si può festeggiare il centenario di Gianni Rodari anche così, pubblicando in Italia un albo di Beatrice Alemagna ispirato al rodariano “Giacomo di cristallo” e uscito in Francia nel 2002. Un albo che, attraverso un gioco di lucidi sovrapposti, racconta la storia di una bambina trasparente che tutti corrono a vedere e che ben presto si rende conto di come sia visibile pure tutto quel che le passa per la testa. La sua fragilità, che la rende prossima alla tristezza e alla rabbia, si somma ai rimproveri degli altri: dovrebbe smettere di pensare, secondo loro, e vergognarsi di mostrare certe cose. Così Gisèle prende la via del mondo, cercando un posto da chiamare “casa” nel senso del sentirsi bene, a proprio agio, per poi tornare, avendo assaggiato quel che c’è in giro e compreso che è necessario star bene con se stessi, avere coraggio e fiducia in sé.
Proprio di questo vuol dire l’autrice che lo esplicita in una nota iniziale: l’albo parla di fiducia in se stessi e coraggio, “doti che coloro che oggi lottano nella vita non dovrebbero mai perdere”. In questa storia sicuramente avranno un personaggio che glielo ricorda.
Beatrice Alemagna, La bambina di vetro, Topipittori 2020, 32 p., euro 20
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