Una meravigliosa meraviglia questo albo che nasconde nelle pieghe della sua storia una lettura da grandi, impreziosita dalle illustrazioni e dalle parole scelte. Si racconta una storia di circo, il circo Aladin, fatto come ogni circo di solitudine, movimento e cambiamenti, pochi punti fermi. Angel, l’unico trapezista sotto questo tendone, capce di rotolare nel vuoto tre volte e mandare a mille il cuore degli spettatori, si innamora di una trapezista appena arrivata dalle SaintesMaries de la Mer. la gitana Gipsy, con i suoi occhi verdi malinconici. In un giorno di giugno caldo e perfetto scatta l’incastro perfetto, il naso e il volto di Gipsy nell’incavo del collo di Angelo, e il bacio. Quando però la vede precipitare dall’alto, il trapezista crolla e, quando si riprende, dela ragazza non si sa più nulla. Lui guarisce dalle ferite che si vedono, cerca di mettere insieme i cocci e diventa Aiaccio, pagliaccio che deve far ridere. Sarà un’altra caduta sotto il tendone pieno di risa e di scherno a ribaltare il tutto: l’unica a non ridere, ad aiutarlo a sedersi, a togliergli il cerone dal volto (e insieme la maschera di un personaggio che non gli appartiene e che lo nasconde) è proprio Gipsy, ritornata.
In questa storia, leggenda del mondo del circo oppure realtà, si fondono poesia e grazie, a cominciare dalle parole scelte per il testo che evocano piogge gentili a riempire il catino del cuore per dire l’amore, tunnel di tigli in fiore, pozzanghere degli occhi, attese. Gipsy è una bramea, una farfalla rara, l’equilibrio è un filo sottile dove è arduo camminare se indossi panni non tuoi. E poi le ali, che i personaggi indossano, ma che il lettore ritrova ovunque qua e là nelle illustrazioni, nelle ombre proiettate sul tendone, nei voli delle farfalle. Ali che si possono abbandonare su una panchina per andare chissà dove, liberi.
Un albo da non perdere, raro, dove conquista la bellezza della parola, del testo.
Biagio Ruzzo – Daniela Pareschi, Aiaccio, lavieri 2018, 36 p., euro 16,50
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