Colette si è appena trasferita in un nuovo quartiere dove non conosce nessuno; è arrabbiata e quando la mandano a farsi un giro, ricordandole che la sua richiesta di avere un animale non sarà accontentata, non trova di meglio che sfogarsi con un bel calcione a uno scatolone del trasloco. Incontra così i bambini che abitano nel cortile accanto e si inventa una piccola bugia: sta cercando il pappagallo che ha perso. Si innesca una catena per cui cresce la bugia e crescono gli amici: si va infatti a cercare l’aiuto di un altro ragazzino del vicinato e Colette aggiunge particolari precisi all’idea del suo animale… finché le scappa un po’ la mano, ma ormai la banda è formata e la solitudine vinta.
Ancora una volta, Isabelle Arsenault utilizza la sua cifra caratteristica: scegliere un colore che illumini il testo in alcuni particolari e vada a illuminare tutta la scena con l’avanzare della narrazione. In questo caso si parte dal giallo della mantellina della protagonista e si aggiunge, man mano che l’immaginazione si fa potente e rafforza anche la sicurezza di Colette.
Isabelle Arsenault, La mia amica Colette (trad. di Chiara Carminati), Mondadori 2018, 48 p., euro 16
Una Risposta a “La mia amica Colette”