Un racconto che si presta particolarmente ad essere letto ad alta voce, costruito con l’idea di focalizzarsi sulla paura notturna della protagonista, vanificarla nella semplice presenza di un gatto e poi rimettere tutto in discussione con una rivelazione finale che sembra cambiare lo scenario.
Emma, Joe e i loro genitori passano un fine settimana al mare in casa della prozia Win. A Emma tocca dormire nella piccola camera in soffitta; il fratello le suggerisce che sia abitata da fantasmi e il buio, i lampi e i tuoni di certo non aiutano. E neppure i sospiri della prozia su Annie, la sua bambina che le manca così tanto e che proprio in quel letto dormiva anni prima. La notte Emma ha viva addosso la sensazione di essere osservata che, accompagnata da rumori contro i vetri della finestra e riflessi nello specchio, aiuta a insinuare la paura. Eppure la ragazzina non vuol darla vinta al fratello, dichiara di dormire di filato e solo l’ultima affermazione della mamma la lascerà con un punto interrogativo – e così anche il lettore – sulle notti trascorse in soffitta.
Il libro, come tutto il catalogo Biancoenero, segue i criteri dell’alta leggibilità.
Questo racconto arriva insieme a un graditissimo ritorno: la nuova edizione de Il giardino di mezzanotte – diventato un film nel 1999 – ripubblicato da Mondadori, dopo esser stato in catalogo Salani. Questo libro di Pearce è negli anni diventato un classico: la storia di Tom, e della pendola che nella notte batte tredici inattesi colpi e del giardino che appare improvvisamente permettendo di vivere in un tempo diverso, cattura sempre i lettori. Occasione per andare a ripescare della stessa autrice anche “Alta marea per un delitto”, pubblicato da Mondadori nel 1990.
Philippa Pearce – ill. Chiara Lanzieri, Un fantasma in soffitta (trad. di Giulia Avallone), 43 p., euro 8
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