Nel 2014, D’Adamo ha pubblicato Oh, freedom! in cui si narrava la storia dell’undicenne Tommy che vive schiavo con la famiglia in una piantagione di cotone, sognando la libertà. Che arriverà sulle note del banjo di Peg Leg Jo, percorrendo la mitica Underground Railroad. Proprio documentandosi per quel romanzo, l’autore ha conosciuto la storia di Harriet Tubman, la donna che ha inseguito – anche su quella strada – il sogno della liberazione dalla schiavitù. La racconta in questo nuovo romanzo, utilizzando l’escamotage di un reportage giornalistico, prendendo spunto da altri fatti storici e costruendo una cornice che piacerà sicuramente a chi ama le “storie vere”.
Bill Bishop è un giovane cronista dell’Herald Tribune che nel 1912, mentre il mondo è incollato seguire le vicende del Titanic, si trova inviato dal giornale lontano dalla scena principale in quel momento, mandato in un buco di villaggio ben lontano da New York a intervistare un’anziana ultranovantenne per quel che pare un capriccio del suo redattore capo. Scoraggiato e abbattuto per non poter scrivere del Titanic e vedere la propria firma in prima pagina, costretto a litigare via telefono con la fidanzata a cui ha promesso la serata insieme, Bill si affaccia sulla soglia della locale casa di riposo e si trova al cospetto di una donna minuscola, quasi un uccellino rintanato su una sedia a dondolo. Ma Harriet Tubman lo fissa con occhi vivi e penetranti, gli legge dentro e gli scodella in tre giorni la sua storia. Ecco allora il racconto della sua infanzia in schiavitù, delle angherie e delle umiliazioni, del sogno di poter scappare e del coraggio preso a due mani, rinfocolato da chi le ha insegnato l’esistenza di Stati liberi e dato qualche informazione per non perdere la strada (come ritrovare il nord, come leggere le stelle, come sputare nel fiume per sapere risalire la corrente). Ecco il racconto della fatica e della passione che la libertà richiede, ma anche la storia di John Brown – sì, quello della canzone, dei viaggi lungo la Underground Railroad, di come Harriet abbia addirittura guidato un battaglione dell’esercito durante la Guerra di Secessione.
Il testo alterna il racconto di Harriet con gli articoli che Bill scrive a proposito e ha una coda ambientata a Washington, nel 1963, nel giorno del famoso discorso di Martin Luther King durante la Marcia per i Diritti Civili; permette così di leggere una lunga pagina di storia alla luce della testimonianza di una persona che vi ha preso parte, di parlare di diritti civili non solo dei neri ma anche delle donne, di far venire la curiosità di approfondire essendo scritto con uno stile appassionato e agile che coinvolge sicuramente chi legge.
Francesco D’Adamo, Oh, Harriet!, Giunti 2018, 160 p, euro 12
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