Lo avevamo scritto parlando di Sophie sui tetti di Parigi: aspettavamo la traduzione dell’altro libro scritto da Katherine Rundell ed eccoci accontentati. Altrettanto sospeso tra l’onirico e il realismo, altrettanto poetico e coinvolgente, il nuovo romanzo si presta anche alla lettura ad alta voce, forte di un ritmo incalzante e di una storia che non lascia, in un crescendo narrativo che esplode nel finale per poi chiudere il cerchio con un’immagine simile a quella iniziale, con la sensazione che tutto sarà possibile, con il respiro ampio di chi sa lasciar andare i propri personaggi nel mondo perché in qualche modo li sa dotati di vita propria, con l’empatia che hanno sviluppato col lettore.
Feo non è una ragazzina semplice, in prima apparenza forse nemmeno troppo simpatica con le sue risposte taglienti, la sua incapacità di accordarsi a chi le sta di fronte e di riuscire a dire quel che vuole. Un po’ selvatica, qualcuno. Mezza selvatica, direbbe lei con la stessa definizione che riserva ai lupi che l’accompagnano. Feo e la sua mamma sono soffialupi: nella Russia dove è status symbol avere un lupo come animale di compagnia, loro rieducano alla vita libera i lupi quando i ricchi se ne stufano e vogliono sbarazzarsi di loro. Vivono nelle lande selvagge della Russia occidentale, in una calda casa nel bosco dove Feo impara l’arte di addestrare i lupi a tornare coraggiosi e quella di imparare ad ascoltare e a vivere la natura che la circonda. Fino a quando i soldati dello zar, guidati dal loro generale più temibile, non le prendono di mira fino a catturare la madre. Fino a quando Feo non acceca il generale e comincia un viaggio verso San Pietroburgo, con l’idea di trovare la mamma e liberarla. L’accompagna Ilya, ragazzino scappato dall’esercito, e insieme le persone che incontrano e che cercano una vita libera dalle regole dittatoriali e dai soprusi che subiscono.
Un inno alla libertà, un romanzo sul significato del resistere, sul potere del coraggio e della speranza, sulla forza dell’essere insieme. Ma prima di tutto una narrazione che brilla per la sua costruzione, per la sua capacità di far entrare il lettore nelle righe del testo e farlo partecipe, rendendogli vive e presenti davanti agli occhi le singole scene, facendogli sentire e vedere la tormenta, la neve, il calore del fuoco, la forza dell’entusiasmo.
Un video in cui l’autrice parla del suo libro. Le illustrazioni interne e di copertina sono di Gelrev Ongbico.
Katherine Rundell, La ragazza dei lupi (trad. di Mara Pace, Rizzoli 2016, 277 p., euro 15
4 Risposte a “La ragazza dei lupi”