L’attesa

16 Feb

lattesaUn bambino chiede un cane; i genitori, consapevoli di cosa comporti accudire un animale e come esso non sia equiparabile a un giocattolo, temporeggiano. Fine della storia. Questo ovviamente se la storia l’avessi pensata e illustrata io. Ma siccome l’ha fatto una illustratrice e scrittrice talentuosa, il risultato è un albo delicatissimo e dai mille piani di lettura.

Il tema scelto é, per tanti genitori, un dilemma di vita vissuta: come comportarsi quando il cucciolo di casa chiede un altro cucciolo? E come negarglielo se, per di più, come il bimbo dell’albo sembra suggerire (a volte mi sentivo solo), è figlio unico? La decisione di prendere un animale va ponderata seriamente, permettendo al bambino di capire se realmente è un desiderio o un capriccio fugace, influenzato da qualche fattore esterno più che da un bisogno di amore, condivisione, compagnia.

E i genitori del libro fanno proprio così, mese dopo mese ascoltano pazienti la petulante richiesta del bimbo, rinviando la decisione a un futuro possibilista. Non negano, mettono alla prova, ascoltano, permettono di gioire del piacere e dello struggimento dell’attesa, dando al bambino il tempo per desiderare, sognare, bramare. E così dopo un anno, quando ormai la domanda non veniva nemmeno più posta, inaspettato e improvviso arriva il compagno di giochi. Ed è subito intesa e promesse di inverni mai più freddi.

Il gioco delle illustrazioni è complesso e stratificato. Le tavole sono ricche di riferimenti all’arte e al design, il bambino viene rappresentato prima in una conchiglia, poi dentro una sedia uovo (ed è subito egg chair di Jacobsen), poi sull’uovo stesso mentre regge una maschera, con la testa prima a lucciola, poi ricoperta di ali di farfalla, infine avvolta da un serpente per poi concludere, anche iconicamente sfiduciato, senza più nulla in testa.

Ma la metafora che fa da filo conduttore al tema dell’attesa è quella del filo d’erba che accompagna tenace il bambino nel susseguirsi delle stagioni, rinvigorisce, muta forma, si fa “soffione” al quale affidare desideri e diventa infine la rigogliosa pianta d’appartamento davanti alla quale passeggia felice il cane sulla quarta di copertina.

Avevo coltivato un dolce desiderio,
una verde speranza,
verde come l’erba che cresce cocciuta
e silenziosa ai bordi delle strade.

[…] L’erba sembrava non fosse mai esistita,
ma sonnecchiava sotto la candida coltre.

Daniela Iride Murgia, L’attesa, Edizioni Corsare 2015, 32 p., euro 16

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