Sabato 21 febbraio si celebra la Giornata Internazionale della Lingua Madre ed è – per me che non sopporto le giornate dedicate – l’unica celebrazione a tema sostenibile. Ci sono tante iniziative, tra cui quella che invita a twittare per una giornata solamente nell’idioma d’origine per dar cittadinanza sul web anche a quelle lingue che solitamente poco vi compaiono: anche un modo per ricordarsi come suonano nella lingua originaria di ciascuno di voi, nella lingua del cuore sperando che ne abbiate una, termini che siamo abituati a utilizzare in forma o in derivazione straniera, inglese per lo più. Ad esempio, se dovessi invitarvi a twittare e a parlare, chiacchierare, ciarlare nel mio occitano vi direi di piular (sì, proprio il pigolio dei pulcini!), charlar, charamlar, babìar, insomma menar la lenga 🙂
Per l’occasione mettiamo in vetrina questa pubblicazione curata dalla Biblioteca civica di Cividale del Friuli, con testo trilingue: italiano, sloveno e friulano. Si racconta la leggendaria origine della gubana, il dolce tradizionale delle valli del Natisone, nella cui nascita mise lo zampino il diavolo. In effetti proprio lui aveva deciso di manomettere, maledicendoli, tutti i forni per impedire di cuocere le focacce dolci che ogni famiglia preparava per poi scambiarle con amici, vicini e parenti la domenica di Pasqua. Peccato che dimenticasse il mulino di Michele Foramitti, generoso e buono che invitò tutti i compaesani a unire gli ingredienti rimasti per impastare un dolce da condividere insieme.
Un libro che riprende la tradizione, occasione per riscoprire altre leggende simili, altri dolci, altre storie dove il diavolo mette lo zampino.
Il sito di Chiara Carminati. Il sito di Pia Valentinis e il suo blog.
Chiara Carminati – Pia Valentinis, Il diavolo e la gubana (trad. in sloveno a cura di Michele Obit e Tjaša Gruden; trad. in friulano a cura di Priscilla De Agostini), Sinnos 2014, 36 p., euro 12
Mi piace quando il diavolo ci mette lo zampino