La voce narrante di questo libro è quella di Matteo, tredici anni e una passione per i supereori. Una voce sincera, cruda a volte, ma come dice giustamente lui: “Non sono sciocco. Dico solo la verità”. Questa è la risposta che dà a sua madre quando lei lo accusa di essere – appunto – sciocco perché il ragazzo ha appena detto che suo fratello maggiore Guido è scemo. Matteo ha usato la parola “scemo” perché per lui descrive la realtà in modo perfetto: Guido è ritardato, non sa gestirsi, ha bisogno di aiuto in tutto e non capisce.
Guido e il suo handicap dettano le regole alla vita di Matteo e di sua madre, alla disposizione degli oggetti in casa e ai ritmi delle giornate, alle vacanze, alle uscite nel tempo libero. Quando Matteo cambia quartiere e scuola, finge di fronte agli altri che suo fratello non esista, che la vita sia un po’ come le parentesi a casa del padre, quando c’è una signora che si occupa del fratello nell’altra stanza e Matteo ha un genitore tutto per sé. Così Matteo incontra Francesco, che detta legge a scuola e nel quartiere, ma anche Selene, che abita nello stesso palazzo, e Saverio.
Questo libro parla dei supereoi che incontri, anche se ci metti un po’ a capire; di Guido che ha la bava da supereoe, anche se poi ti tocca pulirla; del niente che senti dopo che ti hanno pestato a sangue. Dice le cose come sono viste da un ragazzino di tredici anni, molto arrabbiato e molto sincero. Senza giri di parole.
Massimo Canuti, Contro i cattivi funziona, Instar 2013, 137 p., euro 12
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