Il padre del protagonista, che narra in prima persona, è un pirata: per questo vive lontano e quando torna racconta storie di mare, di tesori, di compagni di ciurma e di avventura e di una nave chiamata Speranza “come la speranza di tornare a casa”. Il protagonista raccoglie regali, ricordi, tracce di viaggi su una mappa e le immagini del tatuato col suo pappagallo Centesimo, del Barbuto, di Figaro, Libeccio e tutti gli altri. Finché tocca a lui partire insieme alla mamma e sognare la nave e il porto: ma non c’è mare quando scendono dal treno; c’è la pioggia di un paese che si chiama Belgio dove il padre lavora in miniera e dove ha appena rischiato la vita in un crollo che ha provocato la morte di molti compagni.
In una stanza d’ospedale dove se lo aspetta morto, il bambino ritrova vivo un padre che non conosce, che vive nelle baracche di legno, che torna per sempre al paese per raccontargli di aver desiderato e sognato di essere marinaio. Poi un giorno un nuovo viaggio per salutare la “nave” che finisce la sua attività, un incontro di uomini invecchiati tornati là dove hanno coltivato la speranza di tornare nel posto in cui erano nati e partiti senza averne manco un grammo. I loro volti ossuti e spigolosi, i loro occhi persi lontano in ricordi e pensieri a compagni perduti portano dentro le storie di emigrazione, i sogni segreti, le speranze che le hanno supportate.
A proposito di storie di miniera e emigrazione italiana, recuperate in biblioteca “Morte di un cane” di Gudule, pubblicato nel 1994 dalla E.Elle nella collana Ex Libris.
Il sito di Davide Calì. Il sito di Maurizio Quarello.
Davide Calì – illustrazioni di Maurizio A.C. Quarello, Mio padre il grande pirata, Orecchio Acerbo 2013, 48 p., euro 16
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