Rossana non respira. Le si chiude la gola, le pare di soffocare, non esce un suono, non entra l’aria. Rossana non respira perché Bologna non è Panevino, il piccolo borgo di collina dove è cresciuta. Non respira perché le manca la nonna morta da poco, il padre rimasto al Sud, il suo rifugio in cui rintanarsi quando vuole essere invisibile. La soffoca la scelta imposta della madre di seguirla nel suo trasferimento a Bologna, dove insegnerà, cambiando scuola, compagni, amici. La soffoca il minuscolo appartamento dove vivono, la vita di prima stipata in una sola valigia. Per fortuna fuori c’è un parco dove andare a correre in compagnia del cane che ha adottato e il parco finisce vicino ad una casa dove qualcuno si esercita a suonare la tromba; allora, dopo quelle corse che liberano il respiro, Rossana può attardarsi su un muretto ad ascoltare la musica.
La musica che ricorda casa; la musica che le fa conoscere Sara, che ha vent’anni, una vita tutta sua e un lavoro al negozio di animali vicino a casa; la musica che la sua classe, sotto la guida dell’insegnante di francese, si inventa per rappresentare un Cirano rovesciato a suon di rap; la musica di cui si appropria Rossana e che fa propria, trovando il giusto ritmo, il giusto passo alla vita, ai giorni bolognesi, a un amore nuovo. Trovando il tempo giusto per il respiro che si fa strada tra la neve e la primavera, tra il primo concerto e il primo bacio, qualche bugia, qualche preoccupazioni e quel che non ti aspetti.
Un libro che corre via lungo un anno intero e che ha dentro molto, ma mai di troppo. Imperdibili le pagine in cui Rossana, entrando in classe, dice come sia possibile identificare schematicamente gli elementi della scuola, indipendentemente dalla latitudine a cui la tua si trovi.
Leggi le prime pagine.
Maria Beatrice Masella – copertina di Umberto Scalabrini, Respiro, Sinnos 2013, 190 p., euro 12,50
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