Pink Lady

30 Giu

More about Pink ladyFine giugno. Ecco, piena coincidenza di tempo e di caldo tra dentro e fuori, tra contesto del romanzo e realtà in cui lo si legge. Caldo come nell’assolata, soffocante mansarda di Anna, diciassette anni e una nuova vita che non vuole. Il romanzo comincia a fine giugno appunto, con i trasferimento della protagonista e dei suoi genitori nelle nuova casa, in un paese della Pianura Padana (tra Modena e Reggio Emilia, potremo dire dai suggerimenti seminati qua e là. E i ponti citati sono forse quelli di Santiago Calatrava sull’A1?), nell’intento di ricominciare una nuova vita dopo la morte della sorella maggiore di Anna, circa un anno prima, in un incidente stradale. Trasferirsi a Belmonte ha il sapore di una svolta, di un risveglio dal torpore e dal dolore in cui i genitori sono rimasti rinchiusi per mesi, ma per Anna non significa nulla: ha trascinato un anno scolastico cercando solo di farsi notare a casa, riempiendosi il viso di piercing e tingendosi i capelli di rosa, eppure nulla solo l’intervento di una professoressa ha fatto alzare lo sguardo ai genitori. Ora ecco una villa liberty con un parco e una cittadina di provincia con le sue abitudini. Anna è abituata alla grande città, alla metropolitana, al cielo grigio, alla gente che passa veloce. Qui tutto è diverso e il cielo sembra non finire mai. Poi il fresco della biblioteca e l’amicizia con Silvia, Enrico e Marco, la vita che continua anche se non vuoi. Anna gioca a fare la dura, ma si sente un mucchio di briciole. Vorrebbe tanto che Marco la smettesse di guardarla perché se mi guardi mi costringi ad esserci. Invece Marco la segue con la sua bicicletta, le compare vicino all’improvviso, la stana piano piano. Fa di Anna un suo pensiero, come aveva fatto la sua professoressa. E se qualcuno si dà pensiero di te, tu ci sei. Al mondo, alla vita, nonostante.

Esordio importante, con una storia raccontata direttamente dalla voce della protagonista, che ci racconta il suo dentro e il suo fuori, che incrocia un diario di mezzo secolo pria in cui si riconosce, che non vuole che nessuno la assecondi né la compatisca né le renda la vita più facile per quello che ha vissuto. Un libro che ci dice ancora una volta l’importanza del guardare (e vedere). Con un grazie a Silvia P. che me ne ha parlato quando ancora non era pagine e inchiostro e carta 🙂

Benedetta Bonfiglioli, Pink Lady, San Paolo 2012, 149 p., euro 14

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