L’evoluzione di Calpurnia

28 Gen

In realtà, la lucciola di Travis fu l’unica che vedemmo, quella sera. Nonostante sapessi che le lucciole sarebbero tornate l’anno dopo, sembrava l’estinzione di una specie. Che tristezza essere l’ultimo individuo della tua specie, emettere i tuoi segnali nel buio, da solo, al nulla. Ma io non ero sola, giusto? Avevo imparato che ne esistevano altre della mia specie, là fuori.

La specie a cui Calpurnia appartiene è quella delle signore Curie, Maxwell, Kovalevsky, Bird. Di donne che si sono dedicate alle equazioni, ai gufi, ai viaggi in mondi sconosciuti, alla radioattività. Alla scienza insomma. Siamo in Texas, nell’estate del 1899, un’estate di temperature altissime e terribili. Calpurnia Virginia Tate ha undici anni, sei fratelli maschi (lei sta esattamente a metà) e vive in una grande casa attorniata dalle piantagioni di cotone e di pesche pecan della sua famiglia. Nel giro di pochi giorni Calpurnia riceve un taccuino su cui annotare le sue osservazini scientifiche e le sue domande (perché i cani hanno le sopracciglia? Perché le donne non hanno la sacca come le mamme canguro? siamo sicuri che il bruco Petey sia contento di mangiarsi la sua foglia?) , sente a tavola interessanti discorsi a proposito de L’evoluzione delle specie di Darwin e viene coinvolta dal nonno  nelle sue ricerche scientifiche. Che si tratti di raccogliere nuove specie di insetti da studiare o di tentare di distillare liquore fatto con le pesche, il nonno si dimostra ben diverso dall’immagine scorbutica e distante che tutti hanno di lui: trascinandosi dietro la nipote, la inizia al mondo delle scienze, al metodo scientifico e alla capacità di osservare i particolari della natura in silenzio per poi ricavarne le leggi che la governano. I mesi che portano al nuovo secolo trascorrono nell’attesa del riconoscimento di una nuova specie di pianta scoperta, ma anche nei tentativi di sfuggire ai progetti della mamma (imparare a cucinare, imparare a far la calza e prepararsi a debuttare), nella scoperta che le cose cambiano in natura come in famiglia, nelle lacrime che Calpurnia versa perché si sente diversa, perché non è della specie destinata a fare la moglie e basta.

Un libro che si legge d’un fiato; un libro dove si ride e si pensa e si parteggia. Dove si vorrebbe stare con Calpurnia sempre: scivolare con lei sul corrimano dello scalone, vedere per la prima volta un’automobile, ascoltare il nonno raccontare, fare grandiosi propositi pieni di passione non per l’anno nuovo ma per la vita.

Questo è il sito dell’autrice, che con questo romanzo ha vinto parecchi premi tra cui il Newbery Honor.

Jacqueline Kelly, L’evoluzione di Calpurnia (trad. di Luisa Agnese Dalla Fontana), Salani 2011, p. 286, euro 16,80.  Anche in ebook, euro 11,99.

P.S.: alle pagine 16-18 trovate un interessante quanto attuale resoconto della ricerca de L’origine delle specie di Darwin in biblioteca e dell’orticaria che viene a Calpurnia quando l’arcigna bibliotecaria dice che certi libri nella sua biblioteca non entreranno mai. Pensa allora la protagonista: Un giorno avrei posseduto tutti i libri del mondo, scaffali e scaffali pieni. Avrei vissuto in una torre di libri. Avrei letto tutto il giorno mangiando pesche. E se qualche giovane cavaliere con l’armatura avesse osato passare sul suo bianco destriero e mi avesse implorato di calargli la treccia, lo avrei bersagliato di noccioli di pesca finché non se ne fosse andato a casa 🙂

5 Risposte to “L’evoluzione di Calpurnia”

  1. masmassy mercoledì, 16 marzo 2011 a 22:25 #

    Ho terminato la lettura proprio oggi. Da tempo non divoravo un libro tanto volentieri. BellissimO!

  2. nadia lunedì, 13 Maggio 2013 a 14:42 #

    mi invii il rissunto di tutti capitoli??

  3. valentina martedì, 18 marzo 2014 a 10:37 #

    É un bellissimo libro,l’ho appena impacchettato per mia nipote che compie 12 anni.appena lo finisci hai voglia di cominciarne un altro dell’autrice o proseguire con Calpurnia,qualche altro mese,la natura d’inverno…descrive tutto nel dettaglio,proprio belle parole che scorrono,viene voglia di osservare gli insetti e ciò che ci circonda anche se magari non abbiamo mai avuto questa particolare curiosità,ma é scritto così bene che ti coinvolge.

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